Iva – Accertamenti bancari anche su conti intestati a terzi

Iva – Accertamenti bancari anche su conti intestati a terzi

In tema di infedeltà della dichiarazione Iva, derivante dall’omessa annotazione di operazioni imponibili ed omessa fatturazione, la D.P.R. 633/1972, articolo 54, comma 2, consente di procedere all’accertamento anche mediante il controllo di dati e notizie raccolti nei modi indicati dal precedente articolo 51, incluse, quindi, le indagini bancarie, previste dal n. 7 di tale norma, le quali possono riguardare anche conti e depositi intestati a terzi, inclusi i familiari del socio (nella specie la moglie), quando l’ufficio abbia motivo di ritenere, in base agli elementi indiziari raccolti, che gli stessi siano stati utilizzati per occultare operazioni commerciali, ovvero per imbastire una vera e propria gestione extra-contabile, a scopo di evasione fiscale. In questi casi, la presunzione di operazioni commerciali non registrate, discendente dalla riscontrata movimentazione di somme su conti formalmente intestati a terzi, non è qualificabile come (inammissibile) presunzione di doppio grado, poiché è l’articolo 51, comma 2, n. 2), D.P.R. 633/1972, a prevedere che i singoli dati ed elementi risultanti dall’indagine bancaria debbono essere posti a base delle rettifiche e degli accertamenti, se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto nelle dichiarazioni o che non si riferiscono ad operazioni imponibili (cfr. sentenze n. 428/2015, n. 12625/2012 e n. 374/2009).
Cassazione – ordinanza n. 20356 – 22 luglio 2015 – 9 ottobre 2015