06 Dic Irpef: valido il valore accertato ai fini del registro
La Corte di Cassazione, con la sentenza n.25290 del 28 novembre 2014 ha ricordato come in tema di plusvalenze patrimoniali realizzate a seguito di cessione di azienda, la dichiarazione del contribuente, ai fini Irpef, di un valore inferiore a quello già accertato in via definitiva per il medesimo bene in sede di imposta di registro legittima l’Amministrazione finanziaria a procedere all’accertamento induttivo della plusvalenza, integrando o correggendo la relativa imposizione con possibilità di utilizzare una seconda volta, ricorrendo anche a presunzioni, gli stessi elementi probatori già posti a fondamento del precedente accertamento, mentre spetta al contribuente, che deduca l’inesattezza della correzione o dell’integrazione, superare la presunzione dimostrando di aver venduto al minor prezzo indicato in bilancio, fermo restando che il principio di collaborazione tra contribuente e Amministrazione finanziaria, sancito dall’art.10 della L. n.212/00, non può mai comportare, ai fini dell’accertamento dell’imposta, il superamento di circostanze accertate in giudizio o determinare la mancata applicazione del principio dell’onere della prova (cfr. sentenze n.23115/13, n.4291/09 e n.4057/07).