Finanziamenti fino a 25 mila. Via alle richieste

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Finanziamenti fino a 25 mila. Via alle richieste

Pronto il modulo con la richiesta di garanzia statale da inviare alle banche o ai consorzi fidi per avviare l’iter. Pubblicato sul sito del Fondo di garanzia e su quello del ministero dello Sviluppo economico il modulo relativo alla garanzia del 100% su prestiti fino a un massimo di 25mila euro. Il modulo va inviato via mail (anche con posta non certificata) agli intermediari finanziari che dovranno a loro volta richiedere la garanzia statale. Prestiti «operativi da domani (oggi per chi legge) e prime erogazioni già lunedì» 

I limiti:  per i cosiddetti “mini prestiti” la garanzia statale del 100% è automatica e senza valutazione del Fondo. Ma il primo passo ovviamente è ottenere il prestito dalle banche, che non sono vincolate a concederlo e che possono comunque effettuare la loro istruttoria. Il prestito può arrivare a 25mila euro ma sempre entro il limite del 25% dei ricavi. Sono ammesse Pmi e lavoratori autonomi. La durata del finanziamento è fino a 6 anni con inizio del rimborso dopo due anni e il tasso massimo applicabile è rapportato al Rendistato più uno spread dello 0,2% e ai valori attuali si attesta intorno all’1,2%.

Il problema risorse: con gli 1,7 miliardi stanziati nel decreto liquidità – se anche tutte le risorse si utilizzassero solo per questa categoria di garanzie e non anche per quelle al di sotto del 100% – si potrebbero coprire solo 200mila richieste per prestiti di 25mila euro. Se si considera invece un valore medio dei prestiti stimato in questo momento a 15mila euro, si arriva a circa 340-350mila operazioni. Le cifre di riferimento sono davvero notevoli: in Italia ci sono circa 4,3 milioni di Pmi. Se poi si calcolano le imprese fino a 499 dipendenti (che ad esempio possono accedere alle garanzie al 90%) siamo a quota 6 milioni e 90mila (elaborazioni InfoCamere su dati registro delle imprese/Inps). Anche il Consiglio dei nazionale dei commercialisti sottolinea il nodo risorse. Sarà determinante ora il nuovo decreto atteso per fine aprile che dovrebbe contenere l’aumento del plafond (il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli ha indicato l’obiettivo di 7 miliardi).

Informazioni: Tornando al modulo da inviare agli intermediari finanziari, tra le varie voci va specificato che il soggetto beneficiario non è destinatario di provvedimenti giudiziari che applicano le sanzioni della cosiddetta legge 231 e che non è incorso in esclusioni dettate dal codice dei contratti pubblici. Bisogna accettare il diritto del Fondo centrale di rivalersi sul beneficiario nel caso questi non rimborsi il prestito alle banche e specificare la propria classe dimensionale in base ai parametri della raccomandazione della commissione Ue 2003/361. Da dettagliare gli aiuti di Stato di cui si è eventualmente già beneficiato e l’amministrazione che li ha concessi. Nel modulo vanno riportati i dati relativi ai ricavi dell’ultimo esercizio contabile, come da ultimo bilancio depositato o da ultima dichiarazione fiscale presentata. Per soggetti costituiti dopo il 1° gennaio 2019, invece, per attestare i ricavi basta un’autocertificazione oppure, specifica il modulo, altra documentazione idonea allo scopo. Da compilare anche la voce relativa al codice Ateco dell’attività economica interessata dal finanziamento e quella in cui si attesta che si sono subiti danni economici legati all’emergenza Covid-19. Non solo: vanno elencate le finalità del prestito. Prevista l’autorizzazione a controlli ed ispezioni presso le proprie sedi che il gestore (gruppo di banche guidato da Mediocredito centrale) dovesse ritenere necessari. Per indebita fruizione si richiamano le sanzioni previste dal Dlgs 123 del 1998: da due a quattro volte l’importo dell’intervento.

pdfAllegato-4-bis_k25.pdf293.32 KB15/04/2020, 06:13